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Musei Vaticani e Sistina: una “gita” raccontata dagli studenti

Pubblicato il: 21/06/2011 15:22:30 -


Spesso ci si chiede che cosa possa rimanere nella mente degli alunni dopo una “gita scolastica” o un’altra esperienza didattica tra le molte che vengono proposte... così abbiamo pensato di dare la parola ai diretti interessati e di far raccontare le recenti esperienze a modo loro. Il risultato è, a nostro avviso, divertente e interessante... giudicate voi.
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PREMESSA

Lunedì 23 maggio le classi IIA e IIC della scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo don Milani di Latina si sono recate a Roma in visita ai Musei Vaticani. Noi studenti abbiamo pensato di dare un breve resoconto della nostra esperienza perché ci è sembrata particolarmente interessante e, dunque, potrebbe essere un utile suggerimento anche per altre classi.

LA VISITA

Il museo è stato fondato da papa Giulio II nel XVI secolo. La Cappella Sistina e gli appartamenti papali, affrescati da Raffaello, fanno parte delle opere che i visitatori possono ammirare nel loro percorso. I Musei Vaticani, che occupano gran parte del vasto Cortile del Belvedere, si sono confermati come il più visitato museo “italiano”, anche se va ricordato che non è propriamente tale, trovandosi in territorio non appartenente alla Repubblica Italiana.

La visita è stata molto interessante e la guida ha saputo illustrare molto bene tutte le opere d’arte per farcele apprezzare fino in fondo, ma ha anche saputo attirare la nostra attenzione divertendoci con gustosi aneddoti. Così abbiamo scoperto che ogni tanto anche i grandi artisti diventano vendicativi e dispettosi, quasi come dei ragazzini!

Abbiamo potuto ammirare affreschi, statue, capolavori di ogni genere che ci hanno strappato esclamazioni di stupore e ammirazione.

Le opere che ci hanno colpito di più sono state quelle del grande artista Michelangelo. All’inizio ci siamo fermati davanti a uno schermo grazie al quale la guida ci ha illustrato le opere più significative che si possono ammirare nella Cappella Sistina, commissionata da Sisto IV.

Per iniziare ci ha mostrato la volta della Cappella e ci ha raccontato quello che era successo quando il Papa aveva proposto a Michelangelo di dipingerla. Si potrebbe immaginare che Michelangelo si sentisse onorato dalla proposta del Papa, invece, visto che era uno scultore e voleva continuare a esserlo, egli rimase indignato e rifiutò. Tuttavia, il Papa non si arrese, e così Michelangelo cominciò a dipingere. L’artista si costruì un’impalcatura e iniziò a disegnare la volta. Questi erano i temi scelti:
• tre scene dovevano riguardare Noè e la costruzione dell’Arca;
• altre tre la creazione di Adamo;
• altre tre ancora la creazione del mondo.

Dopo aver disegnato le prime tre scene sulla volta, scese dall’impalcatura per vedere l’effetto finale e si accorse di aver dipinto troppi particolari e di aver fatto disegni troppo piccoli. Quindi, disegnò le sei scene consecutive con minori particolari e maggiori dimensioni. Quando iniziò a dipingere la volta, Michelangelo aveva 30 anni e la finì dopo 5 anni. In seguito gli venne chiesto di dipingere sulla parete che dava sull’altare della Cappella Sistina il Giudizio Universale. Aveva 60 anni. Per completare quest’opera ci vollero 6 anni. Quando la mostrò al Papa e al pubblico era fiero del suo lavoro. Tuttavia, quando il pubblico vide il lavoro non fece altro che criticarlo e proprio il consigliere del Papa si rivelò il più malevolo di tutti.

L’indignazione era causata dal fatto che il grande artista Michelangelo aveva disegnato molti personaggi totalmente nudi e ciò contrastava nettamente con il senso del pudore proprio dell’epoca. Il consigliere del Papa obbligò uno degli allievi di Michelangelo a coprire con delle vesti le persone nude del dipinto, tuttavia, poiché il capolavoro non era terminato del tutto, Michelangelo si vendicò.

Nell’angolo dell’inferno, invece di disegnare Minosse che doveva decretare il girone in cui mandare le anime dannate con dei giri di coda di serpente, disegnò il consigliere del papa avvolto da un serpente che lo mordeva ripetutamente. Visto il disegno, il diretto interessato andò a reclamare dal papa dicendo che il grande artista doveva essere punito. Il papa giocosamente gli rispose: ”Io non ho potere nell’inferno!”.

Dopo aver parlato del grande Michelangelo, vorremo aggiungere qualcosa su un’opera d’arte che ci ha colpito molto: “La scuola di Atene” di Raffaello. In quest’opera l’artista aveva disegnato molti suoi contemporanei nei panni di filosofi ateniesi come:
• Leonardo da Vinci, nei panni di Platone;
• Michelangelo, nei panni di un filosofo di cui non ricordiamo il nome. Raffaello lo incluse nell’affresco perché stimava molto l’artista, però lo vestì con una brutta vestaglia viola e con degli stivaloni marroni. Questo perché, secondo Raffaello, Michelangelo aveva un carattere che non gli piaceva.

Come abbiamo detto prima, la visita è stata molto interessante ed è una delle gite che ci è piaciuta di più. Abbiamo attraversato cortili, gallerie, sale e, alla fine, la Cappella Sistina ci ha lasciati senza fiato. Ma abbiamo potuto ammirare anche la magnificenza della Basilica di S. Pietro e della bellissima Piazza con il colonnato del Bernini. Mentre ci allontanavamo ci siamo voltati a guardare e abbiamo pensato che Roma è davvero bella e meriterebbe di essere conosciuta più a fondo. E questo è il merito delle gite scolastiche: infatti, senza questa opportunità offerta dalla scuola, non avremmo potuto ammirare tante meravigliose opere d’arte né ascoltare tutti gli aneddoti che la guida ci ha raccontato sugli artisti e non avremmo, quindi, potuto assaporare al meglio quest’esperienza.

Bonetto Del Vescovo Campagna

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