Ma esiste una scuola senza gli studenti? Credo di no. E allora teniamo conto dell’apprendimento
Nel gestire la scuola tende sempre a prevalere la tutela del più forte, del resto è quel che accade nella Società in genere, specie ove è debole l’azione di chi dovrebbe equilibrare le forze in gioco, tutelando energicamente gli svantaggiati.
Dico questo perché ho davanti agli occhi l’ultimo esempio: è terminata la serie di provvedimenti che hanno “immesso in ruolo” migliaia e migliaia di docenti iscritti alle cosiddette graduatorie. Diciamo subito che si è trattato di un provvedimento importantissimo, che ha reso giustizia a migliaia di docenti. Evviva!
Si parla ora della sua decorrenza. Quando inizierà la loro nuova attività? Si mormora che questo debba avvenire a breve, cioè nel bel mezzo dell’anno scolastico, nel corso dell’attività già iniziata, in molti casi cambiando docente. Inaccettabile, dal punto di vista dello studente, della serietà degli studi, della funzione stessa dell’istruzione. Ecco il problema: perché ci si scorda che nelle scuole, fra l’altro, si dia il caso che ci siano anche gli studenti?
Perché quando si adottano provvedimenti scolastici non ci si abitua al fatto, che prima di tutto va tutelato l’iter degli studi ed un loro corretto svolgimento?
Allora ben vengano le immissioni in ruolo, seguendo le norme giuridiche e contrattuali. Ma non si sconvolga l’attuale svolgimento dei corsi, che si devono regolarmente concludere alla fine dell’anno scolastico con lo stesso docente con il quale sono iniziati.
Luigi Berlinguer