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Il parere del CNPI sul regolamento dei Licei: tre nodi problematici

Pubblicato il: 23/10/2009 14:30:40 -


Un commento ancora sui recenti pronunciamenti del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, a firma di Dario Missaglia.
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Ha avuto una certa eco il parere che il CNPI, facendo proprio un testo predisposto dal Comitato orizzontale della scuola secondaria superiore, ha emanato all’unanimità sulla ipotesi di regolamento relativo al futuro dei licei, predisposto dal MIUR.

Il linguaggio istituzionale non nasconde le riserve molto forti che il CNPI avanza su questioni nodali dell’imminente provvedimento.

1. Riforma o riordino?
Riordino, sembra leggere molto nettamente nel testo del CNPI, e le ragioni sono del tutto evidenti. Una riforma dei licei avrebbe richiesto una riflessione preliminare sul ruolo della formazione liceale oggi, a fronte dei grandi processi di cambiamento sociale e culturale del nostro tempo. Il regolamento invece si muove in un’ottica di continuità con l’ispirazione gentiliana; non solo non ne ribalta l’impianto disciplinare, ma non ne riduce neppure la distanza e la separatezza dagli altri indirizzi del ciclo secondario. E poiché su tutto il regolamento la questione delle risorse finanziarie pesa come un macigno, il riordino appare un’operazione largamente condizionata dal bisogno di fare economie di sistema.

2. Conoscenze o competenze?
Il CNPI apprezza l’approccio verso un sistema orientato alle competenze, così come esige il contesto europeo, ma mette giustamente in evidenza come ad oggi tutto il sistema liceale sia ancora improntato al raggiungimento di obiettivi didattici centrati sulla conoscenza delle discipline. Tutto ciò ovviamente non sarebbe un limite insuperabile dal momento che non esiste apprendimento di competenze senza apprendimento di conoscenze. È invece possibile soltanto un apprendimento di conoscenze, come accade ogni giorno nelle nostre scuole superiori. Per queste ragioni il CNPI spende un capitolo importante sul buco nero di questo regolamento: la didattica laboratoriale, ovvero un nuovo modello organizzativo e culturale dei licei, sostenuto da un poderoso programma di aggiornamento sul campo dei docenti, chiamati a rimettere in discussione i propri modelli di comportamento. Nella bozza di regolamento, l’assenza di queste scelte, appare al CNPI di grave pregiudizio. Ed è difficile dargli torto.

3. Riordino e nuovo obbligo di istruzione.
Il CNPI svela impietosamente il vuoto normativo e culturale del riordino, evidentemente scisso dall’insieme del ciclo secondario e soprattutto incapace di relazionarsi con il DM 139/07; di essere cioè parte a pieno titolo, nel biennio, di quel nuovo obbligo di istruzione che per non essere solo carta scritta, dovrebbe davvero prevedere una equivalenza formativa riconoscibile nella struttura dei bienni dei diversi segmenti del sistema, un’analoga riconoscibilità nel profilo di uscita dello studente al termine del ciclo dell’obbligo di istruzione e infine una esplicita tabella di valutazione dei crediti formativi, in grado di consentire eventuali passaggi da un indirizzo all’altro. Una clamorosa assenza di questi elementi decisivi di sistema svela, oltre ogni ulteriore perplessità, i limiti di un provvedimento che non cambierà il volto della scuola secondaria in Italia.

Dario Missaglia

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