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Istruzione, formazione e lifelong learning

Pubblicato il: 09/03/2009 16:58:46 -


L’apprendimento come “diritto” per tutte e per tutti richiede politiche capaci di innovare i sistemi scolastici e di garantire opportunità di fruizione e qualità delle offerte formative.
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La prospettiva del lifelong learning è ormai centrale nella definizione delle politiche di istruzione e formazione: la capacità di apprendere lungo il corso di tutta la vita e il riconoscimento del continuo arricchimento di saperi, conoscenze e competenze, che l’esperienza di vita e di lavoro determina, consentono agli individui, entro i contesti e le reti sociali di riferimento, di far fronte alle trasformazioni strutturali in atto e di garantire, nello stesso tempo, esercizio dei diritti di cittadinanza e partecipazione consapevole ai processi di inclusione sociale, culturale e professionale.

L’apprendimento come “diritto” per tutte e per tutti richiede politiche capaci di innovare i sistemi scolastici e formativi e di garantire opportunità di fruizione e qualità delle offerte. Le indagini internazionali sulle competenze della popolazione adulta e quelle sulla partecipazione ad attività di istruzione/ formazione, dopo e fuori dalla scuola, dimostrano che, in genere, solo un quarto della popolazione dei paesi partecipanti alle rilevazioni è capace di raggiunge il livello di padronanza necessario a rispondere in modo adeguato ai compiti complessi che la vita quotidiana e il lavoro oggi impongono e che solo pochissimi paesi coinvolgono in attività di studio e formazione quote pari al 40-50% della popolazione adulta (si tratta dei paesi del nord Europa); queste indagini inoltre evidenziano la grande disparità di condizioni che, nei diversi paesi, determinano la scarsa partecipazione, l’esclusione spesso, proprio di quei soggetti che avrebbero più bisogno di essere qualificati o riqualificati.

In questi contesti la situazione italiana appare particolarmente grave per molte ragioni: la debolezza del sistema formale di istruzione, che ancora stenta a garantire almeno 10 anni di scolarità obbligatoria, i recenti provvedimenti annunciati e già praticati, che intervengono in senso peggiorativo sulla qualità di quei primi segmenti di scuola, che rappresentano la condizione necessaria per motivare e sostenere la partecipazione ad attività di istruzione e formazione in età adulta, lo scollamento tra sistema di qualificazione e di formazione alla attività professionale e lavorativa e le iniziative di lifelong learning.

I paesi più attenti a sviluppare coerenza ed efficacia dei sistemi di qualificazione non sono più soltanto la Svezia, la Danimarca o la Francia che hanno percorsi diversi, ma ormai consolidati di rientro in formazione, capaci di valorizzare, arricchire e promuovere le esperienze acquisite per ri-orientarle verso nuove professioni o verso la ripresa degli studi; oggi la Spagna, l’Irlanda, la Germania, la Slovenia, per citare alcune esperienze europee, stanno operando in vista della definizione di strumenti trasparenti per la interpretazione delle competenze possedute e di itinerari che agiscano come “ponti” entro sistemi aperti di istruzione e formazione; la sottolineatura di sistema aperto sta a indicare che, in queste realtà, il sistema di qualificazione si va costruendo per sottosistemi che, entro una cornice unitaria, comprendono la scuola “prima della scuola” fino ai percorsi post secondari di specializzazione di livello terziario.

Vittoria Gallina

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