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I libri di testo: miti da sfatare?

Pubblicato il: 30/06/2010 17:13:18 -


È indispensabile il libro di testo? A volte monumento aere perennius, a volte più caduco di un instant book, è un feticcio che resiste alle innovazioni introdotte in materia. Nel frattempo le case editrici più avvedute si attrezzano con e-book, materiali interattivi online e similia. Il libro di testo è “solo” uno strumento, né da demonizzare nè da mitizzare.
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“Tutte le grammatiche di latino sono uguali” una frase shock in un monotono corso di formazione. Una provocazione che può essere iterata: “Tutti i manuali d’algebra sono uguali”, “Tutti i manuali d’italiano L2/LS sono uguali” ecc. Se non è una boutade da rigettare con fastidio, a che pro le riunioni tra colleghi in cui ciascuno cerca di convincere gli altri della bontà della propria proposta?

La ritualità dell’adozione che rimbalza da una riunione per dipartimenti a un consiglio di classe a un collegio docenti, maschera un feticcio: il libro di testo come totem tutelare della materia. Ecco quindi il libro “monumento”: migliaia di pagine in cui c’è proprio tutto, basta la fatica di portarsi appresso chili di carta stampata, non importa se ne verrà utilizzato sì e no il 10%. Continuamente alle prese con manuali troppo facili o troppo difficili, mai perfettamente adatti alla situazione concreta in cui si insegna filosofia piuttosto che fisica, letteratura, o scienze, non è il momento di ripensare alla necessità e alla funzione del libro di testo?

L’alternativa e-book, per esempio, ancora in fase sperimentale per i testi scolastici, offre indubbi vantaggi: 0 peso, possibilità di stampare solo le sezioni che interessano, addirittura licenze d’uso (come quelle per i software) per consentire libera duplicazione e distribuzione di contenuti.

Una norma poco nota e poco applicata consente di non adottare il libro di testo. Con perfetta sincronia gli editori da un lato sono diventati generosi nel distribuire copie saggio, dall’altro preparano gli enhanced books: libri elettronici ricchi di contenuti extra o multimediali da leggere e navigare con iPad, un’esca appetitosa per studenti più a loro agio con il digitale che con l’analogico.

Adozioni inerziali – lo stesso manuale per decenni – o sempre diverse a intervalli consentiti dalla norma (la vita media di un libro di testo è 3 anni), sono i sintomi di un male inteso senso del libro di testo, sono gli estremi inefficaci della ricerca del manuale “perfetto” che non può esistere.

Un buon libro di testo non è di per sé garanzia di un buon ciclo di lezioni, uno cattivo non impedisce di realizzare un buon ciclo di lezioni. E allora? In molti paesi europei gli studenti vanno a lezione senza libri di testo, il libro c’è, rimane in classe, come rimane a scuola il computer del laboratorio multimediale, la white board, il becco bunsen o l’oscilloscopio. In classe si lavora ugualmente, sulle stesse materie, anche con il libro di testo ma non solo, senza bisogno di elevarlo a principio e fine di ogni lezione. Secondo i dati OCSE i risultati sono tutt’altro che negativi.

Il libro di testo può fornire una linea guida ottemperante alle direttive ministeriali, buona per non incorrere in derive dal programma interessanti ma non sempre utili per gli studenti. Materiali e idee aggiornati possono venire dai quotidiani, dalla TV tanto detestata quanto sottovalutata come strumento utile all’apprendimento, dal cinema, dalla rete, dai libri (romanzi, saggi ecc.) che non vengono svenduti agli studenti dell’anno successivo, in un liberatorio passaggio di mano.

English abstract: Is a coursebook really necessary? Sometimes it is a monument that stands the test of time better than a bronze statue. At other times it is more short-lived than an instant book. Either way, it is a fetish that stands in the way of innovations being introduced into a given field. Will e-book be the solution? The coursebook is “only” a tool – one of the many at the teacher’s disposal – not to be turned into a demon or an idol.

Maria Katia Gesuato

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