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Non tagliamo le ore alle discipline scientifiche!

Pubblicato il: 31/07/2009 12:27:00 -


Sulla riforma della scuola superiore: i tagli alle ore delle discipline scientifiche sono contro le indicazioni dell'OCSE.
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L’Ocse parla molto chiaro: le sue indicazioni sono che “(l)a riduzione delle ore di insegnamento deve (…) evitare le ore relative alle discipline delle aree matematico-scientifico-tecnologiche (…)”. Ma i regolamenti approvati dal Governo vanno in direzione opposta: ancora una volta, nella scuola italiana, la cultura scientifica e tecnologica viene collocata in posizioni di serie B rispetto a quella umanistica.

Infatti, in tutti gli Istituti Tecnici e Professionali, si ha un taglio di oltre il 20% delle ore delle discipline scientifiche e tecnologiche di indirizzo, con l’incomprensibile aumento delle ore di Italiano del 15%. Conseguenza: futuri periti con competenze decisamente minori rispetto agli attuali. Come se ciò non bastasse, nei bienni iniziali, le ore delle discipline scientifiche subiscono un taglio che arriva al 50-75%: ad esempio, solo 2 ore di chimica nell’intero quinquennio tecnico economico e nei professionali, insufficienti per il necessario laboratorio.

Se si vuole che il numero di iscritti in corsi di Laurea scientifici e tecnologici raggiunga livelli percentualmente comparabili almeno a quelli di Paesi emergenti, però, si deve capire che le vocazioni scientifiche e tecnologiche (anche in termini di scelta di studi accademici) possono essere presenti in tutte le scuole superiori e quindi bisogna ammettere la possibilità che uno studente di questi corsi potrebbe iscriversi anche a Medicina. Ma, con queste “microporzioni” di sapere scientifico, uno studente di queste scuole potrebbe mai sperare di superare i test di ingresso?

Accanto a un taglio delle ore di oltre il 50% per i docenti, si vorrebbe inoltre affidare, nei Professionali, l’insegnamento di discipline scientifiche e tecnologiche a docenti diplomati, gli ITP. Senza nulla togliere al loro valore, utilissima copresenza che tale, anche per motivi di sicurezza, deve restare, è però evidente per chi le conosce che le discipline chimiche, fisiche, ingegneristiche, le devono insegnare i rispettivi laureati: non basta cambiare l’etichetta ridenominandole con nomi nuovi e fantasiosi.

Nei Licei purtroppo tale sottovalutazione della cultura scientifica e tecnologica raggiunge livelli paradossali: oltre al numero di ore esiguo, e insufficiente alle necessarie attività laboratoriali, si insiste con l’assurdo accorpamento della Chimica con le Scienze della terra e biologia, in un unico insegnamento (denominato “Scienze Naturali” che invece andrebbe scisso nei diversi e distinti insegnamenti “Chimica”, da affidare ai laureati in Chimica e “Scienze della terra e biologia” da affidare ai laureati in scienze naturali o biologiche e lo stesso dicasi della matematica e della fisica, assegnate a un unico docente. Purtroppo infatti si preferisce conservare l’attuale status quo, per cui si verifica l’assurdità che i matematici, come i chimici, possono insegnare la disciplina in cui si sono laureati negli Istituti Tecnici, ma non possono farlo nei Licei.

Tali storture hanno una sorta di perversa sinergia con la organizzazione delle nuove Classi di concorso, che prevedono accorpamenti disciplinari che vanno smaccatamente contro la qualità dell’insegnamento e che non tengono conto della valorizzazione delle risorse umane: si dimentica infatti che gli attuali docenti italiani di discipline scientifiche e tecnologiche hanno una formazione universitaria monodisciplinare.

Quindi devono essere assolutamente evitate classi di concorso pluridisciplinari, non deve più bastare aver sostenuto 1-2 esami di una disciplina scientifica, per insegnarla! Nel concreto: la nuova classe A-46 “SCIENZE NATURALI, CHIMICHE E BIOLOGICHE”, va trasformata in A-46 “SCIENZE NATURALI E BIOLOGICHE”, per i laureati in scienze naturali o biologiche, affidando la Chimica ai soli docenti Laureati in Chimica o discipline Chimiche della classe A-33 “scienze e tecnologie chimiche” e la classe A-26 “MATEMATICA E FISICA”, andrebbe eliminata completamente, facendo solo riferimento alle classi A-25 “Matematica” e A-19 “Fisica”.

Così si valorizzerebbe una risorsa del nostro Paese, che, se optasse per mantenere tali artificiosi e velleitari accorpamenti, sceglierebbe in definitivia per una scuola di pessima qualità e fuori dal contesto europeo e dei Paesi scientificamente e tecnologicamente avanzati.

Rosario Sacca'

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