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La scuola è degli alunni, non dei professori

Pubblicato il: 23/02/2010 11:40:45 -


Che tipo di vantaggio possono trarre gli alunni ai quali viene estorto lo studio del diritto e dell'economia? Che tipologia di alunno aveva in mente la Sig. Ministra quando pensava alla sua scuola riformata? La lettera aperta, accorata e disperata, di un genitore ed insegnante.
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Vorrei partire da un’affermazione della stessa Ministra rilasciata giorni fa durante un’intervista nella quale il giornalista chiedeva di commentare gli effetti devastanti sui posti di lavoro di migliaia di precari della scuola in conseguenza dei tagli. La Ministra ha esordito dicendo “La scuola è degli alunni e non dei professori e questa riforma punta alla qualità e non alla quantità”. Ora mi chiedo che tipo di vantaggio possono trarre gli alunni ai quali viene estorto lo studio del diritto e dell’economia? Che tipologia di alunno aveva in mente la Sig. Ministra quando pensava alla sua scuola riformata?

Di fatto, in base a quanto previsto, i futuri geometri (ora liceo tecnologico) ad esempio, non studieranno più i contratti, le successioni, il condominio, e sopratutto non conosceranno il concetto di proprietà con i suoi limiti pubblici e privati. Non si conosceranno quindi le nozioni giuridiche di piano regolatore, DIA, il concetto di incapace legale e un futuro professionista non saprà distinguere una società di persone da quella di capitali… È forse inutile? Ed ancora, mentre si chiede a chi vuole diventare cittadino italiano di conoscere bene la nostra lingua e la nostra Costituzione, poi di fatto si nega ai nostri figli lo studio della Costituzione. In un momento come questo in cui c’è in atto una crisi economica si rinuncia a far studiare ai nostri figli il mercato e sue leggi…

Per concludere, Sig. Ministra, non credo che sia morale oltre che lecito mandare a monte la vita di migliaia di persone che hanno scelto la strada dell’insegnamento portando avanti per decenni la scuola italiana. Adesso, per logiche politiche, essi devono pagare il conto di scelte sbagliate. Immorale consentire a chi un lavoro già lo ha, mi riferisco agli ingegneri, commercialisti, avvocati e a tutti i liberi professionisti che “gravitano” nella scuola e a cui lo Stato italiano concede anche il part-time così da lasciarli liberi nei periodi di maggiore carico lavorativo di assentarsi e farsi sostituire dai docenti precari, magari come me che hanno scelto l’insegnamento come professione esclusiva, di sostituirli e mantenere loro il posto, per poi rientrare puntualmente prima del periodo natalizio o estivo. Gli stessi docenti che non sono disponibili a fare i corsi di recupero agli studenti più fragili, gli stessi che non sono disponibili a partecipare come commissari agli esami di Stato, se non come Presidenti di commissione magari in una località abbastanza lontana da permettergli di percepire lo stipendio negato ai colleghi precari nel periodo estivo.

Troppe le ingiustizie e le disuguaglianze Sig. Ministra, in un Paese, il nostro, in cui sempre di più è il cittadino al servizio della politica e non viceversa. Mi irrito quando ascolto le affermazioni del Ministro Brunetta che da anni sminuisce il mio lavoro, costringendomi a vaccinarmi perché non posso permettermi neanche di ammalarmi e poi ammette pubblicamente che se dovesse vincere la candidatura a sindaco di Venezia rimarrebbe lo stesso a fare il Ministro. Con buona pace di chi il lavoro non c’è lo ha o lo sta perdendo per mantenere chi invece detiene due o forse tre lavori.

La più grande sconfitta di un uomo è credere che vivere rettamente sia inutile! Non ricordo chi lo ha detto, ma mi sento proprio così.

Docente a tempo determinato di anni 48 e genitore di uno studente presso un istituto tecnico

A.A.

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