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Se scuola e università smettono di dialogare

Pubblicato il: 15/07/2009 17:50:00 -


L'importanza della formazione iniziale dei docenti nell'esperienza della SSIS toscana.
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C’è un argomento che unisce temi di attualità quali Scuola e Università: è la formazione iniziale degli insegnanti affidata dall’A.A. 1999-2000 al 2008-2009 alle Scuole di Specializzazione nell’Insegnamento Secondario (SSIS), biennali e a numero programmato, la cui attività è stata sospesa con i corsisti del IX Ciclo SSIS.

In questo modo l’Italia ha interrotto – al momento almeno da un anno – il ciclo virtuoso innescato dal Decreto M. P. I. e MURST del 26 maggio 1998, il decreto che, per la prima volta, definisce le attitudini e competenze caratterizzanti il profilo professionale dell’insegnante (cfr. Allegato A al D.M. 26/05/ 1998).

In Toscana la Scuola di Specializzazione – avviata da un Comitato di Proposta, con Presidente Vinicio Villani e coordinatori di sede Filippo Boschi (al quale succederà Simonetta Ulivieri) per Firenze, Luca Curti per Pisa e Gaetano Greco per Siena – nasce dall’unione di tre Università convenzionate tra loro: Firenze, Pisa, Siena (con la sede di Arezzo). La sede amministrativa e la Direzione della SSIS Toscana sono stabilite a Pisa, le sedi operative presso le Università degli Studi di Firenze, Pisa e Siena. Le attività didattiche iniziano nell’A.A. 1999-2000. Dal 1 gennaio 2007 la Scuola di Specializzazione nell’Insegnamento Secondario toscana diventa “centro di spesa” e, nel luglio 2007, viene stipulata una nuova Convenzione che questa volta accoglie anche l’Università per stranieri di Siena. Il nuovo Regolamento entra in vigore nel novembre 2007. Il Consiglio Direttivo è presieduto da Riccardo Bruscagli. Coordinatori di sede sono: per Firenze, Aldo Becciolini; per Pisa, Fabrizio Broglia; per Siena, Gaetano Greco.

Una storia decennale, sicuramente con luci e ombre, scritta dal e con l’impegno di docenti di scuola secondaria e docenti universitari che si sono per la prima volta confrontati all’interno dei Laboratori di didattica e non solo, per la costruzione di una didattica nuova rivolta alla formazione di giovani laureati in molti casi provenienti da percorsi di eccellenza. L’esperienza di un Tirocinio didattico vissuto dai corsisti, dagli allievi delle classi interessate e dai loro insegnanti, come una risorsa e una ricchezza: rapporti nuovi, inconsueti, ricchi da tutti i punti di vista. Allievi che si sentivano, ed erano, al centro dell’attenzione; insegnanti che, forse per la prima volta, vedevano riconosciuta la loro professionalità; docenti universitari che dovevano prendere atto delle ricadute del loro insegnamento, del superamento di un certo modo di fare lezione all’università.

La nascita/scoperta di una nuova professionalità, sviluppata anno dopo anno, quella dei supervisori del tirocinio “veri e propri esperti della didattica disciplinare e della vita scolastica in senso generale”, che hanno costituito l’anello di collegamento e scambio “fra l’Università e la Scuola, la ricerca e l’insegnamento scolastico, la strumentazione accademica e quella più specialmente didattica”. Un gruppo di docenti che il Consiglio Direttivo della SSIS Toscana ha definito “una task force di veri e propri ‘allenatori’ al mestiere dell’insegnamento, visto nella complessità delle sue competenze scientifiche, didattiche, normative”. Un patrimonio che non deve essere “disperso da una nuova regolamentazione dell’accesso all’insegnamento: sarebbe un penoso regresso verso la situazione che ha preceduto la comparsa della SSIS, quando, per svariati decenni, Scuola e Università hanno cessato di dialogare; con tristi conseguenze, e per l’una e per l’altra”.

Per approfondire:
• Il documento del Consiglio Direttivo della SSIS Toscana sulla necessità del tirocinio.

Sandra Gavazzi

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