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Social Network: luogo fuori dalla scuola ma dentro la classe

Pubblicato il: 28/07/2010 14:54:00 -


Il social network affianca il lavoro di classe rafforzando il senso di comunità, dà spazio alla creatività e all’emotività degli studenti e consente la costruzione collaborativa della conoscenza, conservando al contempo traccia dei progressi della classe.
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Si sente spesso dire che gli studenti sono molto cambiati negli ultimi anni, ma per me che insegno da oltre un ventennio questa frase assume un significato concreto poiché sono stata testimone del mutamento e posso dire che il cambiamento più evidente è avvenuto nella maniera in cui i ragazzi vivono la propria socialità. Essi cercano in tutti i modi di essere continuamente connessi a una propria rete sociale, interpretando in chiave digitale l’antico bisogno antropico di riconoscimento reciproco all’interno di un gruppo, la loro “tribù”. Dico questo osservando la loro ossessione per Facebook e per gli smartphone e come mi sia sempre più difficile e faticoso impedire ai miei studenti di tenere i cellulari accesi in classe e di stare su Facebook durante le attività in aula multimediale.

La questione cellulari assume, in verità, toni grotteschi poiché i ragazzi cercano di tenerli tutto il giorno a portata di mano, in modo da controllare di continuo se hanno ricevuto un messaggio o da poter “googlare” qualsiasi cosa gli passi per la testa. E allora li nascondono nel portapenne, nel portaocchiali, nel casco, nel calzino, sul davanzale della finestra e in posti sempre nuovi e fantasiosi: mi sembra di giocare a gatto e topo.

Durante i compiti di matematica, in una frazione di secondo, fotografano il compito e lo mandano via bluetooth all’amico asino all’ultimo banco il quale, veloce come un lampo, riceve e copia da un’immagine così piccola che noi, poveri docenti, non vediamo nemmeno con i nostri occhiali da presbite. Perché cell=solidarietà=velocità=linguaggio.

Tutto questo loro bisogno di stare perennemente connessi mi ha suggerito di sfruttare a fini didattici lo strumento del social network (SN) che per sua natura favorisce l’integrazione tra apprendimento e vita quotidiana. La mia scelta di usare un ning ad accesso riservato e non per esempio Facebook mi ha consentito di tutelare gli studenti minorenni e di operare in una piccola comunità meno dispersiva. Da vedere a tutto schermo il video di questa esperienza:
http://vimeo.com/13737410

SN di classe…? ma ci si vede ogni mattina!

L’esperienza del SN ha inteso creare un luogo parallelo alla scuola nel quale non ci sono più rigidi ruoli e l’interazione del gruppo studenti-docente continua in una forma più vicina a quella che i ragazzi sperimentano tra loro quotidianamente e volontariamente, un luogo in cui cresca un progetto didattico pensato come qualcosa di condiviso.

Questo luogo serve per raccogliere e conservare, oltre ai momenti di socialità, anche contenuti didattici e soprattutto la traccia del processo di costruzione collaborativa di nuovi apprendimenti. La sua esistenza è diventata così uno stimolo a documentare le attività didattiche che in questo modo divengono concrete e durature: ciò avviene attraverso la condivisione di video, animazioni, immagini, testi e link autoprodotti o reperiti in rete, discussioni in forum e post sul blog.

Gli studenti, per esempio, hanno ideato esperimenti di fisica, li hanno filmati e pubblicati mentre l’entropia, argomento che molti miei colleghi rinunciano a trattare per la sua complessità, è stata studiata in maniera collaborativa grazie al SN e ciò ha offerto l’opportunità di insegnare la ricerca in rete, la scelta delle fonti, la selezione del materiali e l’utilizzo di testi in inglese. Di recente anche il docente di scienze è entrato a far parte del ning e pian piano ne coinvolgeremo altri allargando la comunità che apprende.

Il SN di classe si è rivelato uno strumento già pronto e disponibile per i momenti in cui occorre una comunicazione più intensa che va oltre le ore di lezione e i curricoli, come in occasione della preparazione del viaggio di istruzione o quando è stato necessario mantenersi in contatto con un alunno in ospedale.

Esso è anche un luogo in cui lasciar spazio all’emozione, che resta solitamente fuori dalla porta dell’aula, alla creatività e alla possibilità di esprimere qualcosa di sé: le pagine personali degli studenti sono piene di colori, “anime” e cartoon, squadre del cuore, impronte in cui lasciare un segno della propria identità.

In questo territorio neutro si può tentare di dirimere difficoltà di relazione, incomprensioni, difficoltà emotive:“la frase dell’umore”, pur nello stile criptico degli adolescenti, talvolta ci fa capire qualcosa che ci era sfuggito.

Tutto questo rafforza il senso di comunità, curato a partire dalla scelta del titolo, una scelta necessariamente condivisa perché generi senso d’appartenenza: durante il brainstorming con mappa mentale alla LIM, i titoli proposti ci parlano delle aspettative dei ragazzi.

Il docente ha un ruolo importante. Non bisogna credere che, una volta creato, il SN vada avanti da sé, tenerlo in vita richiede un lavoro e un occhio attento, ma ne vale la pena perché questa esperienza rappresenta un passo avanti rispetto a blog e moodle che ho gestito negli anni precedenti in quanto assegna agli studenti un ruolo attivo nel costruire assieme una parte del proprio percorso d’apprendimento.

Per approfondire:
• Un video che presenta l’esperienza della professoressa Guida
http://vimeo.com/13737410

English abstract: The social network supports school work reinforcing the sense of community, allows students expressing their creativity and emotion and it’s useful for collaborative construction of knowledge, while recording the progress of the class.

Maria Guida

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