“Contributi bizantini ed islamici in Europa”, un progetto europeo… non finanziato
Compito della scuola, in epoca di conflitti insoluti, ci appare quello di depotenziare il virus malefico dell’intolleranza per cercare di ricollocare il dibattito storico entro i limiti di una razionale e difficile impostazione dialogica, che dia conto delle ragioni dei fronti culturali che si affacciano e si confrontano nel nostro continente.
L’obiettivo principale del progetto “Identità Europea e Globalizzazione: Contributi bizantini ed islamici”, anche se non esclusivo, è il tentativo di rintracciare le profonde, ramificate e variegate origini non tanto di un’eventuale identità europea univoca e monoltica, ma di un’immagine articolata e complessa di tale identità. Questo tentativo ci è sembrato tanto più necessario e ineludibile proprio perché la nostra patria comune, l’Europa, mai come ora, ci sembra scossa e squassata dal suo interno da spinte e controspinte centrifughe e centripete, che ne rimettono in gioco la sua più intima struttura.
La cogenza di tale progetto è tanto più stringente in una scuola italiana ed europea che, di fronte ai roghi drammatici dei Balcani e agli incendi babelici di Parigi, stenta a farsene una ragione, senza interrogarsi sui motivi profondi, rintracciabili dentro il proprio dna storico. La carenza, tuttora viva e operante, di una reciproca e proficua conoscenza storica tra le due Europe, disposte a Occidente e a Oriente, è ancora pienamente avvertibile nei libri di testo non solo della nostra Repubblica, ma anche nei libri di testo dei Paesi dell’Est-Europeo, ancora, più che da noi, intrisi di un notevole morbo nazionalistico, che li ha condotti, come sappiamo, a passi estremi.
Compito della scuola, quindi, ci appare proprio quello di depotenziare tale virus malefico per cercare di ricollocare il dibattito storico entro i limiti di una razionale e difficile impostazione dialogica, che dia conto, correttamente e, soprattutto, criticamente, delle ragioni degli uni e degli altri. A tale difficile compito il progetto “Identità Europea e Globalizzazione” ha inteso rispondere, non solo chiedendo, come ovvio, la collaborazione delle scuole europee, ma anche quella, meno scontata, più originale ed “eccentrica”, di una Scuola Superiore Turca, proprio per testimoniare pedagogicamente e storicamente la necessità di un’Europa allargata e policentrica. La scuola chiamata a collaborare al progetto, prescelta anche per ascoltare una voce solitamente ignorata e trascurata, un’altra “campana”, certamente non stonata, una voce fuori dal coro, che ci consentisse di fare i conti anche con un’Europa saracena e turca, è il liceo turco di Istanbul, “Nisantasi Anatolian Lycee”. Alla nostra iniziativa, in verità, ha risposto con entusiasmo non solo il liceo turco, ma addirittura con altrettanto interesse e determinazione, un gruppo di docenti universitari turchi, desiderosi di misurarsi con un’Europa che sembra voglia ancora emarginarli, dilatando in un tempo biblico la piena e completa adesione della patria di Ata Turk all’Unione Europea, rischiando, con un eventuale ulteriore periodo di isolamento, l’insorgere e il consolidarsi di reazioni negative e, soprattutto, fondamentaliste. Al progetto in questione hanno aderito, con non minore convinzione e attenzione, l’Associazione di studi universitari e di ricerca interdisciplinare sul mondo ellenico e balcanico, “Pierre Belon”, sita a Parigi, sotto la Presidenza dell’emerito prof. Andrè Guillou, uno dei massimi bizantinisti del Novecento, Direttore dell’“Ecole des Hautes Etudes” di Parigi e Presidente dell’“Association Internationale d’Etudes du Sud-Est Europeen”, A.I.E.S.E.E, il più importante Centro Internazionale di ricerca sui Balcani e il suo Segretario Generale, prof. Razvan Theodorescu, uno dei più grandi storici dei Balcani e ministro della Repubblica di Romania. Promotore e Coordinatore del Progetto Europeo è l’Irre-Lombardia ora ANSAS-NTL che, attraverso questa difficile e complessa operazione educativa e culturale, si pone all’avanguardia, sollecitando, probabilmente per la prima volta, l’interesse e l’attenzione del mondo della scuola e dello stesso Ministero competente verso problematiche pedagogiche e storiche che, purtroppo, non solo non sono state poste, ma nemmeno affrontate e chiarite nell’ambito della scuola europea. In questa prospettiva l’Irre-Lombardia ora ANSAS-NTL può giustamente proporsi come unico soggetto istituzionale, nell’ambito delle istituzioni formative europee, che sia sato capace di riflettere e progettare su un progetto europeo relativo ai contributi bizantini e islamici alla costruzione di un’immagine comune di identità europea e sulla sua ipotesi di effettiva realizzazione in piena autonomia e originalità, sollecitando e stimolando aperture e suggestioni, apportatrici di straripante linfa vitale.
Gennaro Tedesco