“ClanDestini” sbarca al liceo classico Casardi di Barletta
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La novità del romanzo a puntate invita maggiormente i giovani alla lettura. Questo uno degli aspetti della ricaduta didattica dell’analisi di “ClanDestini” che ingloba tra i suoi obiettivi anche l’utilizzazione di strumenti multimediali.
Il romanzo “ClanDestini” è stato scelto per un laboratorio di lettura all’interno di una seconda classe del liceo socio-psico-pedagogico del “Casardi” di Barletta. Dal momento che “lo scopo dell’educazione alla lettura è, in primo luogo, proprio quello di stimolare una disponibilità alla lettura e di formare un’autonomia: ossia la capacità di interpretazione che implica anche quelle di reazione” (G. Giugni), il risultato del laboratorio è stato vincente poiché le studentesse hanno subito amato la storia e il protagonista: Didier. In esso le nostre giovani si sono ritrovate per le scelte sbagliate, per la voglia di avventura e di esperienza, ma anche per qualcosa di positivo: l’amore per la giustizia, la fede incrollabile nel sogno e nella possibilità che possa trasformarsi in realtà.
La vita reale spesso è complicata, soprattutto per gli adolescenti, ma essi, attraverso l’immaginazione, imparano a crescere poiché la creatività è alla base di una prospettiva di vita positiva. Questo è il messaggio che molte ragazze hanno colto dalla lettura del romanzo, il quale ha dato vita a numerosi dibattiti su temi scottanti del nostro tempo: dalla clandestinità alla condizione umana, dall’educazione interculturale e multietnica alla condizione preadolescenziale. E ogni volta che si esauriva la discussione le ragazze avevano un’espressione più matura e consapevole: erano cresciute. Avevano realizzato il fine degli autori cioè far vivere ciò che stavano raccontando.
Un altro motivo di novità legato a “ClanDestini” è la sua pubblicazione a puntate sul sito Education 2.0, scelta che sicuramente incuriosisce i “nostri giovani lettori”, sempre pronti a usare il computer e a navigare. L’idea della pubblicazione a puntate è stata vincente perché le ragazze non aspettavano altro che leggere come si sarebbe conclusa l’azione magari solo accennata nella puntata precedente, ma, soprattutto, di scoprire quale fosse il famoso e tanto atteso personaggio fantastico. Per avvalorare queste affermazioni è necessario sottolineare la spontaneità che animava la discussione su come sarebbe terminata la storia, ogni volta vivace, interessante e coinvolgente anche le più silenziose. La rete, così spesso additata come luogo pericoloso, si rivela così un mezzo di confronto positivo e di apprendimento di valori, alla base dell’educazione giovanile.
Da un punto di vista didattico la scelta di questa lettura ha fatto sì che si realizzassero vari obbiettivi: leggere, comprendere e interpretare testi scritti, padroneggiare gli strumenti espressivi e argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale, produrre testi in relazione allo scopo comunicativo che si proponeva di volta in volta, utilizzare strumenti multimediali. Ma anche l’area socio affettiva è stata arricchita in relazione a un potenziamento della socializzazione del gruppo classe.
La lettura del romanzo è risultata preziosa, grazie anche a un linguaggio che realizza il sentimento del ricordo e la poesia del sogno, ma anche la crudezza dell’odio e della morte. In definitiva direi che su tutto emerge la dolcezza, l’attenzione e la cura con cui gli autori hanno creato il protagonista, Didier, rendendolo vero ai nostri occhi di lettori, così insicuro, così sbandato, ma così innamorato della vita e del sogno come solo un ragazzo può essere.
Rosaria Fucci