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Un progetto per Magellano

Pubblicato il: 21/09/2011 16:20:00 -


Ferdinando Magellano: l’avventura, il viaggio, la scoperta, l’esotico, il fascino del racconto e dell’ignoto. Gli ingredienti per ottenere l’attenzione degli allievi ci sono tutti, ma ne manca ancora uno: ritrovare e capire i problemi dell’oggi nel passato.
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Perché un progetto educativo su Magellano? Ritengo che, per appassionare degli adolescenti, li si debba coinvolgere soprattutto nella discussione preliminare sul perché della scelta di questo soggetto. La ricerca nel Web dei siti utili all’approfondimento del navigatore portoghese e dei problemi che pone ci sembrano secondari, anche se naturalmente importanti, rispetto all’estrinsecazione delle argomentazioni che spingono allo studio di Magellano. E credo che questo criterio di impostazione problematica non valga solo per Magellano e per la didattica della Storia. Alcuni postulati della didattica contemporanea ci dicono che bisogna creare le condizioni per un ambiente di apprendimento, delle linee guida per costruire un laboratorio educativo, formativo e didattico, interattivo, elettronico e multimediale entro cui inserire un percorso apprenditivo. Ma tali condizioni non possono e non devono essere imposte dal docente o dall’equipe docente, altrimenti ritorniamo alla scuola della lezione frontale che viene mascherata dalle condizioni del così detto ambiente di apprendimento laboratoriale in cui già tutto è stato metabolizzato e predisposto dal docente. Per cui gli allievi non possono far altro che inserirsi in tale tracciato precostituito. Inoltre la teoria della comunicazione e la teoria dell’argomentazione, soprattutto la prima, pongono in evidenza la costante evolutività e trasformatività della transazione comunicativa: la relazione docente-allievo, il messaggio, il mezzo, il codice comunicativo si condizionano e si influenzano in continuazione senza posa, rimanendo aperta e non chiusa a tutti i condizionamenti e rivoluzionamenti provenienti dall’esterno della relazione medesima. Per cui non esiste un circolo chiuso e limitato della comunicazione (ma anche dell’argomentazione) e la relazione educativa, anche quando stabilita e praticata in classe, non si esaurisce mai in se stessa, ma rimanda alle possibilità metamorfiche dell’“Universo Mondo” che naturalmente non è solo quello della classe e tanto meno delle così dette condizioni dell’ambiente di apprendimento.

Ma ritorniamo a Magellano. Certo può essere anche originale e significativa l’idea del docente di entrare in classe con l’obiettivo di stimolare e incentivare gli allievi di un biennio superiore a interessarsi di Ferdinando Magellano. Certo l’avventura, il mito, il viaggio, la scoperta, le peripezie, l’esotico, le spezie, i sentimenti possenti e le straordinarie doti degli uomini, il fascino del racconto e dell’ignoto. Gli ingredienti ci sono tutti per ottenere l’attenzione degli allievi. Ma non credo che basti e comunque, anche quando trovassimo l’entusiasmo degli allievi, non credo che potremmo ritenerci come docenti del tutto soddisfatti perché la storia, ma non solo essa, è qualcosa che ha senso soprattutto se situa i problemi dell’oggi anche nel passato. Non solo per costruire nessi e argomentare, ma soprattutto per inserire e far interagire e criticare le emergenze del presente nel passato: la storia è nel presente e il presente nella storia. I dilemmi dell’uomo contemporaneo sono i dilemmi di Magellano, le vischiosità e le ambiguità dell’oggi sono le stesse dei marinai del navigatore portoghese.

Discutiamo e approfondiamo il mondo magellanico non per se stesso, ma per i suoi inestricabili legami col nostro mondo, col mondo degli allievi. Non vogliamo e non dobbiamo costruire in vitro dei piccoli e mostruosi nano-storici e nemmeno dei cittadini ben pensanti, serrati nella propria inossidabile identità e tanto meno microfilologi e microepistemologi abbarbicati alla propria perimetrazione essenzialistica e culturalistica, ma degli adolescenti che attraverso lo studio della storia e di Magellano, si confrontino liberamente, ma soprattutto criticamente con la realtà del loro tempo. Realtà costituita dalla non linearità elettronica dell’informatica e di Internet che pone ed evidenzia lo sguardo olistico e l’approccio globale. I mezzi e le risorse elettroniche di Internet li conducono e li avvolgono in un mondo virtuale che consente loro di accedere a una pratica e a una visione quasi immediata, stratificata, intersecata e intrecciata oltre che sovrapposta, mobile, fluida del materiale disponibile in Rete. I problemi che in questo modo si pongono non sono mai conclusi in se stessi, separati e specialistici, ma interdisciplinari e transdisciplinari, dinamici, evolutivi e metamorfici. In questa dimensione e in questa prospettiva, l’“Ignoto” di Magellano è il loro ignoto in senso interdisciplinare, elettronico ed esistenziale.

L’avventura e la planetarizzazione (la globalizzazione) magellanica è uno dei primi tentativi di immergersi in un micro-macro-mondo che, nel contatto voluto e ricercato dell’Altro da sé, anche attraverso le innovative tecnologie dell’epoca, mette in gioco prima di tutto le proprie certezze ontologiche e antropologiche oltre che geografiche e commerciali.

Le resistenze, le incomprensioni e le incompatibilità dell’umanità magellanica e post-magellanica nei confronti della galassia asiatica sono percepibili e comprensibili alla luce dell’irruenza e dell’irrompenza della forza incontenibile dell’Elefante Indiano e del Dragone Cinese. Agli adolescenti e ai giovani sempre più irretiti e coinvolti dall’unificazione globalizzatrice del mercato mondiale e dalla rete globale delle comunicazioni, frante, scisse, rimescolanti, intersecanti, sovrapponenti e sovrapponibili, non sfugge la necessità inderogabile di fare i conti con questa realtà cosmopolitica e con i problemi drammatici e urgenti che essa pone alle loro vite nella lotta incessante per l’esistenza. Non è soltanto una questione di presunte invasioni migratorie, di pedagogia interculturale o di curiosità intellettuale verso l’Altro o, al contrario, di chiusura, ma di profondi processi di trasformazione ontologica e antropologica scaturiti da onde lunghe della Storia che si manifestano prioritariamente e prepotentemente attraverso tendenze e linee di faglia economiche. Queste forze bradisismiche, a lungo trattenute e represse nel sottosuolo della Storia, si trasformano in onde d’urto sismiche nella testa e nel cuore degli allievi.

Per approfondire:
• Gennaro Tedesco, “Magellanica”, cd-rom, ANSAS-NTL, ex IRRE-Lombardia, Milano, 2010.

Gennaro Tedesco

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