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Egli è, egli vale!

Pubblicato il: 05/01/2011 16:58:27 -


Il preside deve ritornare a essere una figura professionale che rimetta al centro del suo mandato il senso, il significato e il valore alla proposta educativa e formativa contenuta nel progetto identitario d’istituto elaborato dal collegio dei docenti.
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Dirigere un’istituzione scolastica non è così facile come potrebbe sembrare a tutti coloro che non vivono dal di dentro i problemi della scuola. Le competenze necessarie che un dirigente scolastico deve possedere per far fronte ai problemi quotidiani sono notevoli e diversificate. La pluralità di impegni a cui sono sottoposti oggigiorno i dirigenti scolastici possono, in ordine di importanza, così sintetizzarsi: la decodifica e l’applicazione delle norme e delle circolari, l’organizzazione, il controllo e la gestione del personale scolastico, la gestione del progetto d’istituto e dei progetti operativi nazionali, i rapporti con l’utenza, il dsga, gli enti e le istituzioni, la gestione del fondo d’istituto e la contrattazione, la direzione degli organi collegiali, la valutazione, l’efficienza e la qualità del servizio offerto e infine, l’educazione, l’istruzione e la formazione.

Eppure, nonostante la vastità e la complessità dei problemi, anche quest’anno scolastico, molti dirigenti esercitano un doppio incarico, la direzione della propria scuola e la reggenza di un’altra scuola (semmai di grado diverso), come se una non fosse sufficiente. Immagino le difficoltà a cui vanno incontro quelle scuole di oltre 500 alunni che hanno avuto la sfortuna della condivisione del proprio dirigente con un’altra scuola altrettanto numerosa.

È altresì chiaro che, in quelle situazioni, molti carichi di lavoro di natura “tecnica” vengono demandati ai collaboratori di presidenza e/o ad altre figure espresse dal Collegio (funzioni strumentali, coordinatori dei consigli di classe e dei dipartimenti ecc.), con sottrazione di risorse importanti finalizzate alla istruzione e alla formazione.

Crisi economica, tagli, si dirà, per cui non c’è da stupirsi se l’educazione, l’istruzione e la formazione vengono spesso collocate agli ultimi posti nella classifica degli impegni a cui deve assolvere un dirigente scolastico.

Il preside deve ritornare a essere una figura professionale che rimetta al centro del suo mandato il senso, il significato e il valore alla proposta educativa e formativa contenuta nel progetto identitario d’istituto elaborato dal collegio dei docenti. È fondamentale il suo coinvolgimento diretto nei vari contesti culturali, pedagogici, antropologici in cui si sostanzia il progetto d’istituto.

La ricerca “fittizia” dell’autonomia scolastica ha generato, secondo il mio modesto parere, un equivoco di fondo nel mondo della scuola: le istituzioni scolastiche dovrebbero diventare aziende-imprese in cui si attua la produzione e si confrontano con il “mercato”.

Ciò non può essere, considerate le caratteristiche peculiari insite nei processi educativi.

Purtroppo, molti dirigenti degli istituti del primo ciclo “inseguono” un modello di scuola in linea con criteri consoni più alle scienze economiche-giurisprudenziali che a quelli ispirati alle scienze psico-pedagogiche.

Molti docenti aspettano con ansia l’emanazione del concorso a dirigente scolastico.

Intanto dal Nord al Sud pullulano corsi a pagamento e manuali tecnici che offrono guide orientative per prepararsi ad affrontare l’insidioso concorso.

Saranno giudicati per quel che sanno e non per quel che sono realmente: “egli è, egli vale!.” Nessun commissario giudicante, per quanto esperto, li vedrà all’opera!

È il caso di riflettere sul ruolo che il dirigente scolastico assumerà nei prossimi anni. Lo dobbiamo a tutti i bambini e a tutti i ragazzi che richiedono comunità educative accoglienti in cui, a cominciare dal preside, vi siano persone ispirate ai valori, che validino significati, e che sappiano promuovere operazioni che conferiscono senso allo sviluppo e alla crescita dei soggetti in divenire.

Altro che conoscere il decreto Brunetta!

I dirigenti scolastici devono abbandonare le prassi meccaniche, ritualistiche, consuetudinarie, ma favorire il consolidarsi di un costume professionale connotato da costante autovalutazione, revisione e innovazione, attraverso il potenziamento delle competenze pedagogiche, l’ampliamento e l’affinamento delle capacità relazionali e comunicative.

È necessario che in tutte le scuole il preside affermi, ogni giorno, la centralità della persona quale sorgente e luogo del valore in tutti i processi educativi e formativi.

Saverio Fanigliulo

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