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Alunni diversamente abili: il confine che unisce

Pubblicato il: 21/09/2012 12:11:32 -


Gli alunni diversamente abili ci insegnano a guardare oltre le apparenze e a trasformare un confine in uno spazio di scoperta e condivisione.
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“Un bambino può insegnare tre cose a un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera” (Paulo Coelho)

Quando le parole sono poche non è facile comunicare ma la natura umana è varia, dispiega le ali come una farfalla, cambia il suo abito dopo una lenta e silenziosa metamorfosi, si colora di nuovo e impara a sorridere. Emozioni che vibrano per accordare gli strumenti dimenticati: sguardi e gesti che non hanno bisogno di essere interpretati. È una lingua senza regole, lettere che non lasciano tracce visibili, nessun errore di ortografia a sottolineare le mancanze.

Gli alunni diversamente abili insegnano a guardare oltre le apparenze, lì dove la fretta e la superficialità non riescono né a vedere né a sentire. Perché i sensi sono gli amici più fedeli, hanno un’anima e sono plasmabili, nascono dal corpo e con esso lievitano, danno sapore e odore, suoni a cui la vista riesce a dare forma e contenuto.

Il mondo dimenticato perché diverso è un territorio in cui bisogna entrare in punta di piedi facendo attenzione a non calpestare le idee, le paure, la solitudine, sentimenti che forse non troveranno mai le parole, la forza dell’indignazione e della ribellione. Tra noi e loro c’è un confine, quello in cui la normalità e il suo contrario sono il bianco e il nero, l’istinto e la ragione che spesso non riescono a trovare la simbiosi, l’incontro che regala serenità ed equilibrio in un mondo che sembra volersi allontanare sempre più dalla condizione umana e dalla sua natura.

Il confine che unisce è uno specchio che riflette e accoglie, una linea con infiniti punti sui quali l’empatia e la vicinanza, la condivisione e l’umiltà diventano dimora di tacita intesa. Tutto questo rende semplice e vera la conoscenza della diversità, che rappresenta comunque una parte di noi, l’isola incontaminata in cui recuperare il linguaggio dei segni e dei gesti, simboli che arricchiscono ogni giorno un vocabolario universale.

Laura Alberico

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