Esplorando la lingua… si trovano le regole
Partendo dal loro vissuto linguistico i bambini vanno alla ricerca delle regole grammaticali attraverso il dialogo. La famiglia, la scuola, i contesti quotidiani diventano così il materiale da cui partire per promuovere le competenze linguistico-comunicative degli alunni. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
IL PROBLEMA DI PARTENZA
In una società complessa in continua evoluzione, compito della scuola, come ricordano le Indicazioni Nazionali, è quello di “promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti”.
È necessario quindi un approccio che “stimoli gli studenti ad affrontare e risolvere problemi, piuttosto che a ripetere soluzioni, e a impegnarsi in modo attivo nell’apprendimento” (Schleicher, 2005).
Per fare ciò occorre progettare un impianto curricolare che, partendo dai nuclei fondanti delle discipline, selezioni saperi significativi rispetto ai bisogni e adeguati alle strutture cognitive degli alunni.
L’esperienza proposta si colloca in questo contesto, e fa parte di un percorso curricolare che ha come finalità quella di promuovere le competenze generali dell’individuo e la competenza linguistico-comunicativa nelle sue diverse componenti.
L’ESPERIENZA
Il percorso proposto è rivolto alla classe seconda della Scuola Primaria. L’insegnante sollecita i bambini a intercettare e trascrivere dialoghi autentici nell’ambiente familiare.
Questo compito inizialmente non risulta facile e subito emergono le differenze fra codice orale e codice scritto.
Si prendono in esame i materiali linguistici portati dai bambini, che a una prima analisi appaiono frammentari.
La classe lavora alla riscrittura dei dialoghi attraverso il completamento e la correzione dei testi, che vengono messi alla prova anche attraverso la drammatizzazione e l’illustrazione con il fumetto.
Il gruppo inizia così a sperimentare procedure organizzative relative al lavoro comune, a individuare gli elementi che costituiscono un dialogo e lo rendono comprensibile a chi non era presente, a individuare le parole-spia che rivelano l’intenzionalità dell’atto comunicativo e l’uso sempre più descrittivo della punteggiatura.
Si registrano osservazioni personali e verbali di riflessione collettivi in cui si annotano le scoperte effettuate, al fine di narrarle e formalizzarle.
I materiali linguistici divengono una banca dati da cui attingere e ideare molteplici attività di rinforzo, non solo sul contesto comunicativo ma anche sulla narrazione: si può inserire un dialogo reale in un testo narrativo, far completare dialoghi con battute mancanti, arricchire la conversazione con tratti prosodici o con la punteggiatura, assegnare l’incipit di una storia e sviluppare il dialogo tra i protagonisti o esplicitare lo sviluppo della storia e individuarne l’inizio. Di volta in volta si individueranno le soluzioni organizzative più adeguate allo svolgimento delle attività.
Nel contempo si favorisce la capacità di lettura-comprensione-interpretazione di brani tratti da testi letterari che assurgono a modelli della testualità presa in esame, ed emerge la produzione individuale di testi sempre più coerenti e coesi.
Gradualmente gli alunni conquistano l’intenzione comunicativa anche attraverso una scelta lessicale sempre più precisa.
Rispettando il principio della ricorsività si ripropone l’esperienza dei dialoghi da catturare in contesti altri (la scuola, il mercato, la TV,…). Questi ampliano l’orizzonte delle scoperte, offrendo spunti di riflessione sui registri e sugli scopi comunicativi.
Gli alunni si mostrano ora molto più autonomi nell’organizzare il lavoro e nel ragionare insieme, e si sentono sempre più coinvolti e desiderosi di contribuire agli approfondimenti. Si inizia così a concentrare l’attenzione anche sulla caratterizzazione dei personaggi e dalla loro interazione si rielaborano o nascono nuove vicende.
Dalla presentazione alla classe delle storie così inventate, i bambini sapranno giudicare il livello della competenza raggiunta.
LE RIFLESSIONI
Il percorso fa parte della proposta curricolare ideata dalla Prof. Maria Piscitelli ed elaborata all’interno dei laboratori di ricerca-azione del Cidi di Firenze e di Lucca.
Il percorso presentato è stato realizzato in tre classi dell’Istituto Comprensivo Lucca 3.
Dal confronto effettuato nei vari gruppi di sperimentazione emerge il successo formativo della proposta, attuata in realtà diversificate (scuole di campagna, di città, periferiche, con elevato numero di alunni stranieri o certificati, pluriclassi, …), in quanto risponde dando senso e organicità alle esigenze di culturizzazione, socializzazione, autopromozione di tutti i bambini (non uno di meno), che la comprendono e ne sono compresi.
Nello specifico dell’esperienza descritta, la macrofunzione narrativo-dialogica consente di mettere bene in evidenza un apprendimento intenzionale, situato e riflessivo. Infatti il dialogo, in virtù della “dualità” che lo caratterizza, assurge a simbolo della ricerca, di un costante confronto con l’altro.
La didattica laboratoriale mette al centro il soggetto e il processo di apprendimento, e garantisce tempi e luoghi per far diventare protagonista competente l’allievo, promuovendo una nuova cittadinanza all’interno del gruppo.
Partendo dal vissuto linguistico dei bambini, il docente offre passaggi continui e graduali fra le grammatiche funzionali allo sviluppo della competenza attraverso testualità sia scritte sia orali; si favoriscono l’osservazione e l’esplorazione della lingua e la formulazione di ipotesi, e si promuove la scoperta delle regole intese come meccanismi di funzionamento, non come norme da applicare.
I bambini, in questo modo, riflettono sulla lingua e sui linguaggi costruendo le loro grammatiche (del discorso, del testo, della frase).
ABSTRACT
L’esperienza proposta fa parte di un percorso curricolare che intende promuovere le competenze generali dell’individuo e la competenza linguistico-comunicativa nelle sue diverse componenti. Dalla raccolta di materiale linguistico autentico si passa alla sua osservazione, interpretazione, rielaborazione attraverso un processo che conduce i bambini ad appropriarsi degli strumenti linguistici e a “costruirsi le proprie grammatiche”.
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Cristina Granucci M.Claudia Morganti e Giulia Laurino Pipolo