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Pluridisciplinarietà e didattica digitale: un esperimento

Pubblicato il: 18/06/2013 12:57:25 -


In un liceo linguistico si sperimenta il progetto “Libertà e nazione”: l’idea è quella di comunicare agli alunni il concetto che il sapere è unitario e contemporaneamente utilizzare strumenti informatici per motivare gli studenti all'apprendimento. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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Fin dalla mia immissione in ruolo, nel lontano a.s. 1991/1992, sono stata entusiasmata dalla pluridisciplinarietà e dall’idea che tutte le discipline, compresa la mia, il tedesco, possono contribuire a fornire allo studente una conoscenza che sia unitaria e non settoriale.

Per anni, dunque, ho cercato la collaborazione dei colleghi di altre discipline dei miei stessi consigli di classe del Liceo Angela Veronese di Montebelluna, ottenendo in genere disponibilità nel ricercare punti di contatto tra i programmi e aiuti per attività interdisciplinari.

Ma la vera svolta è arrivata recentemente: nell’a.s. 2010/2011, in seguito a un corso di formazione per l’uso della Lavagna Interattiva Multimediale, al quale il mio Dirigente Scolastico mi aveva chiesto di partecipare, mi sono convinta che la LIM era lo strumento adatto per realizzare progetti pluridisciplinari e per rinnovare in parte la professionalità del docente.

L’a.s. successivo ho tenuto nel mio Liceo cinque incontri, di due ore ciascuno, per divulgare la pratica LIM. L’esperienza è stata entusiasmante per la partecipazione numerosa e attiva dei colleghi. In quell’occasione non ci siamo limitati soltanto ad apprendere l’uso della LIM, ma ci siamo occupati della ricaduta che tale strumento poteva avere sulla nostra didattica.

Durante uno dei suddetti incontri è nata l’idea del progetto intitolato “LIBERTÀ E NAZIONE” da proporre a una classe quarta del liceo linguistico; esso doveva comunicare agli alunni il concetto che il sapere è unitario e contemporaneamente utilizzare strumenti informatici per motivare gli studenti all’apprendimento.
Gli accordi sulla struttura, sulla parte che ogni disciplina avrebbe svolto, i metodi e i tempi sono stati presi in parte durante gli incontri per la divulgazione della LIM, in parte in brevi incontri fuori orario di servizio.

Il lavoro in classe è iniziato con la filosofia, a cui sono seguite le lezioni di storia, quindi quasi contemporaneamente quelle di tedesco, inglese e francese.
Le metodologie utilizzate sono state di vario tipo, da quelle più tradizionali, come la lezione frontale, dove la LIM è servita principalmente come supporto per visualizzare il materiale, quali i testi o i video, a quelle più sperimentali che prevedevano la partecipazione attiva degli studenti, i quali dovevano produrre testi o svolgere esercizi sulla LIM, sulla quale poi venivano archiviate le loro produzioni.

Sicuramente questo progetto ha dato come risultato una maggiore attenzione, motivazione e coinvolgimento da parte degli studenti con conseguente aumento del profitto.

Altro aspetto positivo riguarda la migliorata e aumentata collaborazione e cooperazione tra docenti dello stesso consiglio di classe.
A questo proposito bisogna notare anche un cambiamento nel ruolo e nella professionalità del docente: gli insegnanti che vogliono partecipare alla stesura di un progetto pluridisciplinare devono mettere in campo la loro creatività e inventiva per individuare l’argomento da trattare collaborativamente in classe, per decidere lo sviluppo, per condividere modalità e tempi. Certo ci vuole del tempo a disposizione, che è sempre poco, impegnati come siamo con la correzione degli elaborati, le riunioni, la stesura di progetti connessi con l’offerta formativa e altro ancora, ma sono convinta che lavorare in team sia entusiasmante; per quel che mi riguarda riesco sempre ad arricchirmi nel confronto con i miei colleghi.

Il ruolo dell’insegnante come guida dei suoi studenti si approfondisce: egli non si limita a trasmettere agli alunni contenuti e modalità di studio, ma li deve seguire nella ricerca, a volte lavorare assieme alla classe.

L’uso di uno strumento informatico come la LIM aiuta poi non solo a motivare gli alunni all’apprendimento, ma anche ad avvicinare due mondi diversi: quello dell’adulto e quello dei giovani.

A giugno, vista la positività dell’esperienza, ci siamo ripromessi di individuare uno o due moduli che coinvolgano più discipline – e nei programmi di quinta ce ne sono – e riproporre per il prossimo a.s. almeno un altro progetto come quello descritto sopra.

Credo che sia possibile utilizzare questo modello per crearne altri di simili, utilizzando le conoscenze, le competenze, la creatività e l’inventiva dei docenti, da implementare in altre classi dell’Istituto, creando magari un archivio di progetti al quale attingere o da arricchire con le proprie esperienze.

Claudia Riolfo

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